Mai dire anticiclone
Probabilmente ti sarà capitato, in estate, di sentire al telegiornale annunciare il prossimo arrivo dello spietato Hannibal o dell’inquietante Caronte, immediatamente seguito da un lungo elenco di temperature particolarmente bollenti previste sull’Italia e di tutti gli usuali consigli utili per affrontarle. La prima cosa che devi sapere, a riguardo, è che tutti questi sono semplici nomi di fantasia, attribuiti di volta in volta per rendere più “attraente” quello che invece è scientificamente noto come l’Anticiclone Africano, ovvero un’area di alta pressione che normalmente staziona sul nord Africa e all’interno della quale circola aria molto calda proveniente dal deserto del Sahara.
Durante il periodo estivo, questo anticiclone talvolta si distende verso nord raggiungendo l’area mediterranea e determinando un forte aumento delle temperature e dell’afa anche sulla nostra Penisola. Per nostra fortuna, a rubare il palcoscenico mediterraneo al temutissimo Africano, nel periodo estivo arriva molto spesso l’Anticiclone delle Azzorre, che mostra caratteristiche completamente diverse dal primo. Come dice il suo stesso nome, quest’area di alta pressione ha origine sulle isole Azzorre, nel medio Atlantico e porta con sé aria più mite grazie proprio all’influenza dell’oceano.
Le fasi in cui l’Anticiclone delle Azzorre si allunga verso ovest /nord – ovest raggiungendo anche l’Italia durano in genere di più rispetto a quelle del suo “cugino” Africano e corrispondono dunque in genere a lunghi periodi di bel tempo e assenza di pioggia su gran parte delle nostre regioni.
In realtà, esistono dei nomi ufficiali attribuiti agli anticicloni, così come ai cicloni (ovvero le aree di bassa pressione) europei e sono quelli definiti unicamente dal Servizio Meteo Tedesco di Berlino (DWD): per non fare torto a nessuno, negli anni pari i nomi femminili indicano le zone di bassa pressione, negli anni dispari quelle di alta pressione (viceversa per i nomi maschili).
Qualora cercassi un’idea per i prossimi regali di Natale sappi che dal 2002, inoltre, è possibile per chiunque “adottare” un ciclone, dandogli il proprio nome (o un nome a sua scelta) e pagando una prestabilita quota. Certamente, in questo caso, ti converrà però iniziare parecchio tempo prima a riempire un bel salvadanaio!